mercoledì 1 febbraio 2017

Plumcake con datteri e cioccolato

Cake con datteri e cioccolato senza zucchero


In questi quasi due anni di maternità, una delle domande che mi è stata più posta dopo "è brava? dorme? mangia?", è stata sicuramente "ma il blog?", ed io non avevo mai una risposta da dare. Non sapevo effettivamente -e non so tuttora- che cosa ne sarebbe stato di questo angolino del web; più il tempo passava più mi sembrava che abbandonarlo definitivamente fosse la diretta conseguenza, eppure ogni volta che ci pensavo mi dispiaceva così tanto, perché era come dire addio a quella che, per tanti versi, consideravo la parte migliore di me: quella che ci prova, studia, sperimenta, non si abbatte, si diverte e condivide. 

venerdì 29 aprile 2016

Cheesecake crudista alle fragole


cheesecake raw alle fragole

Quando ero solita passare il mio tempo libero sbirciando decine di blog ogni giorno, ci rimanevo sempre un po’ male quando vedevo che qualcheduno non era più aggiornato da molto tempo, senza un saluto o una spiegazione. Provavo la stessa sensazione che proverei ad entrare in una casa disabitata, ma con ancora i piatti della colazione sul tavolo e i cappotti appesi all’ingresso. Penso che sia la presenza dell’assenza a destabilizzarmi, quando la mancanza di qualcuno diventa talmente forte e invadente da essere palpabile. In questo lungo ed intenso anno mi è capitato di tanto in tanto di venire a vedere come stava questo mio angolino virtuale, ma il più delle volte chiudevo tutto velocemente per non provare quel senso di abbandono che mi rendeva immediatamente un po’ triste. Girovegando in cucina, quel raccoglitore di foto e parole così importante negli anni passati, era diventato lui stesso la presenza dell’assenza. La mia assenza, non solo in quanto blogger, forse proprio della persona che ero prima e che non tornerò più.

venerdì 22 maggio 2015

Un mese di te

37 settimane
                                                                                    
Mi sono sentita spesso dire che i nove mesi della gravidanza servono alla mamma per prendere confidenza col nuovo ruolo che avrà, per iniziare a conoscere la persona che porta dentro di sé e per accogliere tutti i cambiamenti che inevitabilmente arriveranno. Ed è vero, nel corso delle mie 41 settimane ho  imparato ad accettare le nausee che mi hanno piegata in due nei primi lunghissimi mesi, il mio corpo che non era più solo il mio  -perché era nostro-, la pancia sempre un po’ più grossa, fino al punto che riuscire a girarsi nel letto era un’impresa titanica. Ho imparato a conoscere e riconoscere la mia bambina e i suoi movimenti con cui si è iniziata a fare sentire: delicati passaggi che mi sfioravano dentro e mi davano la prova concreta che qualcuno lì c’era davvero. Mi sono immaginata centinaia di volte nel ruolo di mamma, fino al punto da sentirmi davvero pronta per diventarlo, consapevole che il vero primo passo in questa direzione sarebbe avvenuto durante il parto... e così è stato.