Ogni volta che penso a cosa proprio vorrei cambiare in me stessa, la risposta è sempre quella: la mia timidezza che va a braccetto con la mia profonda insicurezza. Sono le sfaccettature del mio carattere che proprio non sopporto, che mi limitano, che mi rendono dannatamente fragile e che mi fanno avere paura di ogni cosa.
Con chi non conosco parlo poco perché temo di dire sempre la cosa sbagliata, mi tiro indietro dalle situazioni nuove perché credo di non esserne all'altezza, penso sempre che gli altri riusciranno a fare quella cosa meglio di me. E' una lotta intestina tra le due mie metà: la parte razionale che mi dice che è tutta una mia questione mentale, e quella sensibile che mi urla che è lo stato reale delle cose.
Negli anni dell'università mi sono spesso ripetuta che era proprio una gran fortuna che, durante gli esami, riuscissi a mettere da parte ogni briciolo di insicurezza ed esporre quello che sapevo con grinta, energia e senza il minimo tentennamento, riuscendomi a destreggiare anche quando le risposte precise non le sapevo realmente. Purtroppo al lavoro non si sta riproponendo la stessa situazione... c'è un clima teso, mi sento perennemente posta sotto giudizio e le continue critiche personali -non lavorative- che mi vengono mosse non fanno altro che acuire maggiormente la mia insicurezza.
Daniele dice che questa esperienza mi serve, che in una qualche maniera devo riuscire a costruire un muro tra il mondo esterno e la mia emotività, che mi devo rafforzare; io credo che questo sia vero in parte: sì, devo cambiare, ma non credo che il farmi sentire perennemente un'inetta sia il metodo migliore.
Katiuscia non correre, Katiuscia non devi mai stare ferma, Katiuscia devi essere più decisa, meno insicura, Katiuscia cammina dritta, Katiuscia hai studiato il catalogo?, conosci bene i divani?, Katiuscia...Katiuscia...Katiuscia...
Ve lo giuro, non mi lamento per una questione di debolezza personale, è davvero un clima pesante. Il fatto è che la maggior parte delle persone riesce ad andare oltre, a non lasciarsi abbattere, io no.
Avete presente quei documentari che fanno vedere gli abissi oceanici dove è tutto sommerso da acqua e oscurità, perché non filtra nemmeno un raggio di luce? Io al lavoro mi sento in un abisso, con lo squalo che mi nuota attorno...
La ricetta viene dallo scorso numero di Sale&Pepe.
Ingredienti per 3 persone:
200 gr cuscus palestinese (ha una grana più grossa)
15-18 pomodorini secchi sottolio
1 cucchiaio raso di finocchietto selvatico tritato (circa 10 gr)
2 cucchiai di capperi sotto sale
50 gr anacardi o mandorle pelate
1/2 limone
1 arancia piccola
peperoncino piccante in polvere
olio evo
Procedimento:
Mettiamo a mollo i capperi in acqua calda. Scaldiamo 2 cucchiai di olio in una pentola, tostiamovi il cuscus mescolando di continuo e aggiungiamo 250 ml di acqua calda salata. Spegniamo il fuoco, copriamo e lasciamo riposare per 10 minuti.
Conserviamo un po' di capperi, mettiamo i rimanenti nel frullatore assieme ai pomodorini secchi -conservandone qualcuno-, il finocchietto, gli anacardi, l'arancia sbucciata, il succo di mezzo limone e un pizzico di peperoncino. Frulliamo e aggiungiamo acqua fino a raggiungere la cremosità del pesto.
Sgraniamo il cuscus con la forchetta, condiamolo con la salsa e lasciamolo insaporire per un'ora. Serviamolo con i capperi interi rimasti, i pomodorini tagliati a listarelle e qualche ciuffo di finocchietto.
Serviamo a temperatura ambiente.
E' buono e fresco. Il sapore dell'arancia con quello del finocchietto ci sta a meraviglia e si crea un piatto che sa davvero di Mediterraneo.
So che questo è un blog di cucina e che leggere le lamentele altrui non è un granché, ma oggi avevo proprio bisogno di parlarne.
Buona settimana e a presto.
Con chi non conosco parlo poco perché temo di dire sempre la cosa sbagliata, mi tiro indietro dalle situazioni nuove perché credo di non esserne all'altezza, penso sempre che gli altri riusciranno a fare quella cosa meglio di me. E' una lotta intestina tra le due mie metà: la parte razionale che mi dice che è tutta una mia questione mentale, e quella sensibile che mi urla che è lo stato reale delle cose.
Negli anni dell'università mi sono spesso ripetuta che era proprio una gran fortuna che, durante gli esami, riuscissi a mettere da parte ogni briciolo di insicurezza ed esporre quello che sapevo con grinta, energia e senza il minimo tentennamento, riuscendomi a destreggiare anche quando le risposte precise non le sapevo realmente. Purtroppo al lavoro non si sta riproponendo la stessa situazione... c'è un clima teso, mi sento perennemente posta sotto giudizio e le continue critiche personali -non lavorative- che mi vengono mosse non fanno altro che acuire maggiormente la mia insicurezza.
Daniele dice che questa esperienza mi serve, che in una qualche maniera devo riuscire a costruire un muro tra il mondo esterno e la mia emotività, che mi devo rafforzare; io credo che questo sia vero in parte: sì, devo cambiare, ma non credo che il farmi sentire perennemente un'inetta sia il metodo migliore.
Katiuscia non correre, Katiuscia non devi mai stare ferma, Katiuscia devi essere più decisa, meno insicura, Katiuscia cammina dritta, Katiuscia hai studiato il catalogo?, conosci bene i divani?, Katiuscia...Katiuscia...Katiuscia...
Ve lo giuro, non mi lamento per una questione di debolezza personale, è davvero un clima pesante. Il fatto è che la maggior parte delle persone riesce ad andare oltre, a non lasciarsi abbattere, io no.
Avete presente quei documentari che fanno vedere gli abissi oceanici dove è tutto sommerso da acqua e oscurità, perché non filtra nemmeno un raggio di luce? Io al lavoro mi sento in un abisso, con lo squalo che mi nuota attorno...
La ricetta viene dallo scorso numero di Sale&Pepe.
Ingredienti per 3 persone:
200 gr cuscus palestinese (ha una grana più grossa)
15-18 pomodorini secchi sottolio
1 cucchiaio raso di finocchietto selvatico tritato (circa 10 gr)
2 cucchiai di capperi sotto sale
50 gr anacardi o mandorle pelate
1/2 limone
1 arancia piccola
peperoncino piccante in polvere
olio evo
Procedimento:
Mettiamo a mollo i capperi in acqua calda. Scaldiamo 2 cucchiai di olio in una pentola, tostiamovi il cuscus mescolando di continuo e aggiungiamo 250 ml di acqua calda salata. Spegniamo il fuoco, copriamo e lasciamo riposare per 10 minuti.
Conserviamo un po' di capperi, mettiamo i rimanenti nel frullatore assieme ai pomodorini secchi -conservandone qualcuno-, il finocchietto, gli anacardi, l'arancia sbucciata, il succo di mezzo limone e un pizzico di peperoncino. Frulliamo e aggiungiamo acqua fino a raggiungere la cremosità del pesto.
Sgraniamo il cuscus con la forchetta, condiamolo con la salsa e lasciamolo insaporire per un'ora. Serviamolo con i capperi interi rimasti, i pomodorini tagliati a listarelle e qualche ciuffo di finocchietto.
Serviamo a temperatura ambiente.
E' buono e fresco. Il sapore dell'arancia con quello del finocchietto ci sta a meraviglia e si crea un piatto che sa davvero di Mediterraneo.
So che questo è un blog di cucina e che leggere le lamentele altrui non è un granché, ma oggi avevo proprio bisogno di parlarne.
Buona settimana e a presto.
Katy un abbraccio forte.
RispondiEliminaIo ho 2 nomi lo sapevi? Il primo è Francesca il secondo è Insicurezza. Siamo forse imparentate alla lontana? Ci lotto da sempre con questa parte di me. Dicono che ogni lasciata è persa, e nella mia vita non mi sono lanciata in molte cose perché mi trovavo davanti questa enorme barriera che mi ha precluso determinate esperienze 8cosa che continuerà ad accadere) ma fortunatamente ogni tanto un coraggio a me sconosciuto si impadronisce di me e faccio cose che fino al minuto prima non credevo. In questa ultima parte della mia vita ho imparato un po’ a convivere con Lei e devo ammettere che è stato proprio quando ho abbassato le difese che mi sono concessa nuove esperienze a cuor leggero, per la serie o la va o la spacca. Quindi forse il pensare così tanto a cosa non piace di noi non ci aiuta. Ok essere consapevoli, ma non possiamo di certo torturarci!
A lavoro voi, la prima esperienza è scioccante un po’ per tutti. Io ho vissuto male per anni perché uno squalo puntava anche me, 8 ore al giorno. La domenica non riuscivo mai a cenare decentemente, tutto mi restava sullo stomaco, poi ho capito che era la tensione di tornare a lavoro il lunedì, assurdo. Da plancon sono diventata un pesciolino …. Poi una sardina …. E più il tempo passava, più vivevo la viva, più lo squalo mi faceva meno paura. Poi un giorno è accaduto il miracolo: lo squalo si è licenziato :D e il mal di stomaco è passato !
Tutto questo per dirti: datti tempo e cerca di volerti bene per la bellissima persona che sei (insicurezza inclusa)
Anche il tuo squalo prima o poi sparirà…hai sentito che si stanno estinguendo?
E ora passami un po’ un bel piatto di cuscus dai ;)
SMAKKETE
Uhm, mi piace leggere chi è consapevole dei propri limiti. Tutti li abbiamo. Spesso però li classifichiamo come debolezze, parti negative di noi. Invece potremmo coglierle come delle opportunità, per differenziarci dalla massa, dal resto, affindandoci al fatto che ognuno di noi è unico. E vero. L'alternativa ai brutti posti di lavoro è non aver noi più paura dei nostri limiti, che gli altri sono lì che aspettano i nostri passi falsi. Ironia su sè stessi, volersi bene, e quando non ce la facciamo più un auto-abbraccio. ^_^
RispondiEliminaDetto questo, un piatto a me!
che bel post.. davvero intenso.. una piena e vera condivisione che arricchisce un blog.. complimenti e, ti seguo! questo cous cous è buonissimo..
RispondiEliminaLuisa
:( anche a me è capitato, coi miei datori di lavoro, per fortuna con le mie colleghe vado d'accordissimo e ci facciamo forza l'un l'altra contro il nemico! Ho ancora delle contratture nella schiena causate dallo stress a cui ho dato i nomi dei miei capi :D
RispondiEliminaFinalmente un po' di tregua dai concerti e di tempo per commentare i tuoi bellissimi post. Che dire... La timidezza può sicuramente essere limitante, ma a volte è l'ambiente in cui ci si trova a portarci a una chiusura involontaria. Evidentemente l'atmosfera non ti mette a tuo agio, altrimenti avresti superato le tue paure così come le hai vinte in sede d'esame. E' banale dirlo, ma la vita è fatta di periodi, che prima o poi, per un motivo o per l'altro, passano. Cerca di affrontare anche le situazioni più spiacevoli senza mai perdere la fiducia nelle tue capacità, ricordando tutto quello che hai fatto e affrontato in passato. Vedrai che pian piano anrà meglio. Noi, intanto, continuiamo ad apprezzare la tua arte culinaria e a segnarci le tue ricette, che sono una più bella dell'altra :-).
RispondiEliminaCome prima cosa.... complimenti per il couscous!!!! adoro il pesto di pomodorini secchi, la tua versione è strepitosa.....
RispondiEliminaUna piccola parentesi la apro per cercare di tranquillizarti, il tuo percorso è simile a quello di tutti noi, le prime esperienze lavorative, sono sempre traumatiche ma importanti. Ha ragione Daniele, devi imparare a farti scivolare addosso le critiche, devi prenderle con leggerezza, non devi farti ferire. Tu non devi cambiare, Katy è Katy, speciale perchè sei tu, unica....
Ti posso assicurare che la mia prima esperienza lavorativa è stata molto traumatica, e anche ora dopo 17 anni che lavoro nello stesso ambiente (non è più la prima esperienza) se ripenso ai primi mesi mi viene angoscia... riprovo tutte le sensazioni di allora.
Adesso sono rispettata, stimata.... ma all'inizio è stata dura....
In tutti gli ambienti l'ultima arrivata è il bersaglio comune, (non è bello, anzi....) ma devi solo essere forte.... la sicurezza arriverà da sola, piano piano quando inizierai a prendere padronanza con il lavoro ti sentirai più sicura, camminerai veloce e a testa alta!!!! Tieni duro piccola, vedrai che con il tempo la situazione migliorerà.... ma sopratutto non cambiare :-)
Non rileggo il commento (non amo leggere quello che ho scritto d'impulso, con il cuore) perdona gli errori.....
Un bacione :-)
timidezza ed insicurezza sono le maggiori fonti creative che esistano! Evviva ... senza di loro vivremmo in un mondo di individui sicuri di sè, tronfi e noiosissimi! ;-D Baci e abbracci e come sempre complimenti per il blog meraviglioso, le foto e TE!
RispondiEliminaBuonissimo questo cous cous!!!!
RispondiEliminaIl cous cous mi piace un sacco ma anche questa parte di te che si svela...essere consapevoli dei propri limiti è già un primo passo per superarli! coraggio, i primi impieghi sono sempre un pò così, consideralo un tirocinio in attesa di un lavoro che di appassioni davveri...anche questo è fondamentale per alsarsi di buon umore tutte le mattine ;) ti abbraccio
RispondiEliminacara katiuscia, come ti capisco! l'insicurezza mi accompagna in ogni momento della vita, solo che io, per non farlo notare, paro tantissimo! più parlo, più vuol dire che non sono a mio agio! mi dispiace sapere che stai vivendo una brutta situazione, anche se non ti conosco affatto! l'idea di sentirsi un abisso al lavoro deve essere pesante per te e so che non ci sono parole che si possano scrivere per risollevarti, perchè deve venire da te la consapevolezza che nulla e nessuno debbano poter turbare la tue pace interiore! baci!
RispondiEliminaps: il tuo cous cous mi piace così tanto che adesso chiamo il mio ragazzo per farmi comprare i capperi che lo faccio stasera!:D
dolce Katy, è del tutto comprensibile il tuo malessere; indipendentemente dalla timidezza, una persona sul lavoro cerca di impegnarsi al massimo, e quando quello che riceve sono principalmente critiche, ansie e osservazioni, diventa davvero una situazione spiacevole, soprattutto perchè al lavoro ci passiamo la maggior parte del nostro tempo! Non ho consigli, però ti abbraccio forte e ti auguro che la situazione possa combiare al meglio il prima possibile. E nel frattempo c'è sempre la cucina, che a te da davvero ottimi risultati, visto che "non ne sbagli una", come si suol dire! Un bacione
RispondiEliminaGrazie ragazze. Vi abbraccio una per una, con tanta forza che spero riusciate a sentirla. Non sapete quanto mi rendano felice, e commossa, le vostre parole.
RispondiEliminaGrazie davvero.
Cara Katy, ti capisco benissimo... Sono anch'io una persona molto insicura... La timidezza piano piano però la sto spazzando via, alcune esperienze lavorative mi ha permesso di essere più forte e di tirare fuori, come dice bene tu, la grinta e la tenacia. Il rapporto con il pubblico, persone che quindi non si conoscono, mi ha permesso di tirare fuori una parte di me più sicura! Certo ricordo ancora con tristezza quei momenti in cui come te mi sentivo perennemente messa sotto giudizio... Sono molto, forse troppo, sensibile e purtroppo per noi anche solo una parola in più ci ferisce e ci fa star male per giorni... Perché rimuginiamo su quello che ci è stato detto! Sicuramente come dice Daniele quest'esperienza ti servirà a fortificarti... Ma credo anche che nel lavoro bisogna vivere serenamente senza avere sempre gli occhi e le parole puntate addosso... Io alla fine non ho retto più e sono scappata, forse quello che volevano e che vogliono da te... Non so dirti se non devi mollare o se devi lasciare e trovare altro! Quello che mi sento di dirti è che se questa situazione compromette la tua salute mentale, ossia ti porta a star male anche fuori dal lavoro, lascia stare e va via! Ok tener duro ma quando è troppo è troppo!
RispondiEliminaTi stringo forte e ti ringrazio per questo delizioso piatto di cous cous :)
Che stupendo piattino!!! Adoro il pesto di pomodori secchi!
RispondiEliminaInvece per quanto riguarda il lavoro concordo con Daniele, serve una barriera tra te e le tue 8 ore al lavoro, persone così ne incontrerai sempre, se impari a difenderti non ti faranno più male, anche se non voglio consigliarti sul da farsi ... restare, andare via, lottare, o cos'altro sono decisioni che devi prendere tu, sentire cosa ti potrebbe far stare meglio ... in bocca alla lupa! ^_^
Ciao Katy, arrivo al tuo blog passando da 'la cucina della capra' ...e sono gia' passata da 'Camiria' , sono felicissima di scoprire tutti questi blog Vegan....non sono vegan....ma cucino per il 90% vegetariano (non proprio vegan). Bel blog, mi aggiungo ai tuoi lettori. Alla prossima, Letizia
RispondiEliminaCiao Katy!
RispondiEliminaSpero non ti dispiaccia ma a scrivere ora il tuo nome mi è tornata in mente la mia bellissima cagnolina che si chiamava come te! Anche lei era timidissima e titubante, soprattutto con chi non conosceva, ma sono contentissima che fosse così, perchè dietro quell'insicurezza nascondeva un cuore grandissimo e un amore che provava per la sua famiglia adottiva che andava oltre ogni cosa! Chi sà andare oltre sono sicura che trova una persona speciale in te!
Oltre a questo questo cous cous è la fine del mondo!! Sarebbe ottimo per i bento che mi porto al lavoro!!
Grazie per l'idea, un abbraccio
Che meravigliosa idea: come trasformare il "solito" cous cous in un piattino da far leccare i baffi agli ospiti! Bellissimo!!!
RispondiEliminaps: per il lavoro, beh sai io ho rischiato di ammalarmi serio per il lavoro, la mia vita era un'arrampicata continua in mezzo agli squali e l'unico modo era avere denti affilati. Ma non mi andava, mi sentivo infelice e la targhetta "arch." davanti al mio nome non ero io. Così ho scoperto l'attività che amo di più: licenziarmi :D Mi sono lasciata andare, liberata dagli schemi ed oggi... mangio una pizza marinara in meno al ristorante, ma non piango più prima di entrare in studio! Un abbraccio forte :*
arrivo con qualche mese di ritardo, ma stasera, incurante del primo vero freddo, ho provato questa ricetta spudoratamente estiva. :) ottima in maniera totalmente inattesa: mi aspettavo un sapore molto forte e invece il risultato è delicatissimo e molto equilibrato.. ho fatto un paio di modifiche (menta e rosmarino invece del finocchio che non sono riuscita a trovare; un terzo di limone e solo cinque spicchi di arancia). credo che (mi) ripeterò domani stesso. grazie! :)
RispondiEliminaemanuela
@emanuela sono contentissima che ti sia piaciuto! Io trovo che adattare le ricette a quello che piace/si ha, sia il vero segreto per la riuscita di un buon piatto :-)
RispondiEliminaUn abbraccio