venerdì 22 maggio 2015

Un mese di te

37 settimane
                                                                                    
Mi sono sentita spesso dire che i nove mesi della gravidanza servono alla mamma per prendere confidenza col nuovo ruolo che avrà, per iniziare a conoscere la persona che porta dentro di sé e per accogliere tutti i cambiamenti che inevitabilmente arriveranno. Ed è vero, nel corso delle mie 41 settimane ho  imparato ad accettare le nausee che mi hanno piegata in due nei primi lunghissimi mesi, il mio corpo che non era più solo il mio  -perché era nostro-, la pancia sempre un po’ più grossa, fino al punto che riuscire a girarsi nel letto era un’impresa titanica. Ho imparato a conoscere e riconoscere la mia bambina e i suoi movimenti con cui si è iniziata a fare sentire: delicati passaggi che mi sfioravano dentro e mi davano la prova concreta che qualcuno lì c’era davvero. Mi sono immaginata centinaia di volte nel ruolo di mamma, fino al punto da sentirmi davvero pronta per diventarlo, consapevole che il vero primo passo in questa direzione sarebbe avvenuto durante il parto... e così è stato.  
Avrete sicuramente sentito storie di parti angoscianti, di dolori ingestibili che non si riescono a sopportare, perché ti spezzano; di grida, sangue e paura... quello che però forse non vi hanno mai raccontato, è l’altra faccia della medaglia. Sì, i dolori del travaglio possono essere a tratti insopportabili. Sì, ci sono dei momenti in cui si pensa di non farcela più, perché è tutto troppo. Sì, le urla  che escono non sembrano uscire realmente da voi, perché sono estremamente forti e profonde. Sì, quel dolore ti piega, ti fa piangere, ti fa paura... ma ha un  senso. Ed è proprio quando prendi consapevolezza che tutta quella sofferenza ha un unico grande scopo, che trovi la forza di andare avanti, di stringere i denti, di sopportare l’ennesima contrazione che non ti lascia più un minuto per riprenderti, di dare un’altra spinta, che speri sarà l’ultima, ma anche se non lo sarà andrai avanti perché ce la puoi fare.
Forse non vi hanno mai detto che è durante il parto che da donne si diventa mamme. E’ il grande rito di passaggio, il momento in cui tutta la consapevolezza e l’accettazione, nate nei nove mesi precedenti, prendono forma in un unico grande ruolo che ci si porterà dietro per tutta la vita.
E’ passato un mese da quando tutto è accaduto, da quando le contrazioni cominciate 36 ore prima hanno iniziato a farsi sempre più forti, fino al punto da rendermi conto che il momento tanto atteso era vicino. Dieci ore dopo è nata Sveva, con i suoi 3, 365 kg, 50 cm di lunghezza e una testa piena di capelli neri. Ricorderò per sempre quegli attimi: quando tutto d’un tratto ogni dolore è finito e la stanza si è riempita del suo pianto, le lacrime di gioia con cui Daniele mi ha detto che lei era splendida e io ero stata bravissima, quando la mia meravigliosa ostetrica Rachele me l'ha posata delicatamente in braccio, come Sveva si sia attaccata subito al seno e ci siamo guardate occhi negli occhi... e la voce dolce e calda di Rachele che mi diceva che lei ancora non vedeva niente, tranne me. 
Non ci sono parole per spiegare tutto, anzi, forse non c’è proprio lessico per dare l’idea di che cosa sia successo in quei momenti. L’unica cosa di cui ho certezza è che in quella stanza, con la mia bambina in braccio,  ho compreso profondamente la grande forza del corpo femminile, di come la nascita non sia quello che i film o gli ospedali ci vogliono tristemente raccontare, ma come tutto abbia un senso profondo che va compreso e vissuto, e che il dono finale ripaga ogni forma di dolore. E sono stata felice. Sì, felice di avere provato tutto, di avere sopportato ogni attimo intensamente e di avere avuto fiducia in me e in Sveva, mia figlia.
Quando il 22 aprile alle 10.02 lei ha deciso di venire al mondo, io sono nata una seconda volta. Sono nata per lei, sono diventata la sua mamma.
E allora grazie amore mio, perché io non ne avevo idea che la gravidanza prima e la maternità poi potessero essere così intense da farmi capire il vero senso per cui sono qui... sono qui per te, lo sono sempre stata. Sono nata 28 anni prima per aspettare di averti dentro di me e per poi stringerti tra le mie braccia. 

Sveva a 13 giorni
   


Nel periodo in cui ero incinta la cosa che cercavo di più in rete erano le esperienze altrui, perché mi faceva piacere leggere consigli, nuove idee e sensazioni di chi ci era già passato. Proprio per questo, ci tengo anch’io a scrivere alcune cose che per me sono state fondamentali durante la gravidanza prima e il parto poi:

1) Durante la gravidanza INFORMATEVI. E’ fondamentale per capire ciò che volete davvero per voi, il vostro parto e vostro/a figlio/a. Purtroppo ormai quello che è l’avvenimento più naturale del mondo si è totalmente ospedalizzato e si è perso il concetto di naturale. Eppure è ciò che dovrebbe essere: il corpo femminile è biologicamente e anatomicamente perfetto per procreare, senza bisogno di troppa medicina. Partendo da questo presupposto leggete quanto più possibile sugli argomenti che vi interessano davvero. Io ho trovato profondamente illuminante e fondamentale per il mio percorso La gioia del parto di Ina May Gaskin e Per una nascita senza violenza di F. Léboyer.

2) Se opterete per un parto il più possibile naturale il mio consiglio è quello di cercare una brava ostetrica  e farvi seguire da lei il prima possibile. Io, purtroppo, sono arrivata ad averne una -Rachele- quando ormai la mia gravidanza era già molto avanzata, mentre prima andavo mensilmente dal ginecologo. Tornassi indietro cambierei radicalmente tutto. Purtroppo nel nostro paese alle ostetriche non viene molto riconosciuto il ruolo fondamentale che hanno nell’accompagnare la futura mamma, ed è un vero peccato, perché per quel che mi riguarda la figura di Rachele e la sua presenza è uno dei ricordi più belli che mi porterò dietro di tutta l’esperienza. Non vi serve realmente un’ostetrica per fare nascere vostro figlio, perché sia sa, i bimbi nascono da soli da che mondo è mondo. Vi serve un’ostetrica per dare un senso a tutto quando voi non riuscirete più a trovarlo, perché troppo frastornate dall’ansia prima e dal dolore poi. Sarà solo una parola, un abbraccio, un consiglio, una figura che alle tre di notte vi riempie una vasca di acqua calda... ma sono queste le cose che vi faranno sentire davvero meglio, e non i farmaci. Lei vi aiuterà a comprendere e ad accettare quel dolore, a non tentare di combatterlo, ma a viverlo pienamente. Questa è la vera chiave per affrontare bene il parto.

3) Cercate un buon corso pre parto. In genere tutte le città hanno quelli gratuiti offerti dal consultorio, magari provate ad andarci, ma se vedete che non è quello che cercate trovatene un altro più incline alle vostre esigenze. Io ad esempio mi sono trovata benissimo in un centro antiginnastica, dove in un clima amorevole e femminile noi future mamme prendevamo coscienza del nostro corpo, con la respirazione e attivando muscoli sopiti, come quelli della bocca o della pianta del piede. Può sembrare inutile ai fini del parto, ma vi assicuro che non è così... provare per credere. ;-)

4) Se decidete di partorire in ospedale, compilate un piano del parto. Per fare in modo che le vostre richieste siano totalmente rispettate è meglio mettere nero su bianco quali sono e che cosa vi aspettate di ottenere dalla struttura che vi ospita. In rete trovate diversi esempi da cui prendere spunto e leggerli è un buon modo per conoscere pratiche che potrebbero venirvi fatte senza che voi ne abbiate mai sentito parlare (episiotomia, manovra di Kristeller, induzione con ossitocina, taglio repentino del cordone ombelicale, soluzioni glucosate, somministrazione di vitamina K e collirio...). Essere informate e scegliere consapevolmente è il primo grande atto che potete fare come mamme per vostro figlio e anche per voi come donne.

5) Quando è ancora dentro di voi, parlate con il vostro bimbo. Chiedetegli che cosa sarebbe meglio che facesse e abbiate fiducia in lui/lei. So che sembra incredibile, ma loro vi ascoltano per davvero. Hanno una loro volontà, ma sono lieti di fare quello che la mamma chiedo loro, in modo da renderla felice. Sveva me ne ha dato prova più di una volta.  

6) Appena il vostro bimbo nasce fatevi aiutare da un’ostetrica ad attaccarlo subito al seno. La repentinità con cui avviene il primo attacco è uno degli elementi più importanti che porterà ad un buon allattamento. Durante la degenza in ospedale attaccatelo più volte possibile, anche se vi sembra che non esca niente. Il latte arriva alla mamma quando si sente in un luogo sicuro ed è tranquilla, quindi la maggior parte delle volte avviene con il ritorno a casa.

7) Prendete seriamente in considerazione la possibilità di partorire in casa. Io purtroppo non l’ho fatto  e me ne sono pentita. Ho vissuto quasi tutto il travaglio in casa con Daniele e Rachele e ripensandoci sono state ore intense che ricordo con grande gioia; un po’ meno il momento in cui sono arrivata in ospedale... non perché si siano comportati male, ma semplicemente perché dall’intimità di casa mia mi sono ritrovata in un struttura sanitaria con tutte le sue implicazioni. Tornassi indietro partorirei Sveva nel nostro letto. Voi, almeno, pensateci.

Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma questo è -o almeno, era- un blog di cucina e non voglio tediarvi oltre. Concludo dicendo che sicuramente vi sentirete ripetere a iosa che dopo il parto la vita cambia, ed è vero. Siete prima di tutto voi che cambiate radicalmente, come potrebbe non esserlo anche la vostra quotidianità? Vi assicuro però che non rimpiangerete nulla di prima... forse solo qualche ora di sonno, ma ci sarà tanto tempo dopo per dormire.
I bimbi crescono in fretta, godeteveli il più possibile, perché piccoli come appena usciti dal vostro ventre non lo saranno mai più e quando lo realizzerete vi sentirete un po’ tristi e correrete ad abbracciare il vostro bimbo che è poco distante da voi, sempre lui, ma già così diverso.

Un abbraccio da me e Sveva.
            

12 commenti:

  1. Mi hai fatta piangere... E' vero ciò che dici, i bimbi crescono in fretta, troppo in fretta. A volte mi guardo indietro e penso "Avrei potuto fare diversamente quella volta"...ma quel tempo è andato e adesso cerco continuamente di dare il meglio di me con il mio piccolo. A volte rimango a guardarlo mentre dorme e cerco ogni volta di incollare quel momento dentro di me, quel suo viso innocente e dolce, perchè so che già il giorno dopo il suo viso sarà un po' diverso, sarà già un po' più grande.
    Loro sono in grado di farci cambiare, di farci crescere insieme a loro, di farci anche sentire sbagliate a volte ma sanno soprattutto farci provare quell'amore immenso che solo madre e figlio conoscono.
    Auguri per tutto carissima!

    un abbraccio

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  2. Io piango.
    Sono senza parole.
    Non posso dire niente.
    SIETE TANTO AMORE ♥♥♥♥♥♥
    Grazie per avermi emozionata ancora ♥♥♥♥

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  3. Non so cosa scrivere.Solo GRAZIE per avermi chiarito ancora meglio cosa vuol dire essere donna. E così la stima di me forse gonfierà un pochino. Sei meravigliosa.E pensa allora all'immensità che fai creato. Sveva ha radici saldissime e palpitanti di amore vero. Grazie. <3 <3

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  4. oh :D auguri.
    bellissime considerazioni

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  5. ricambio l'abbraccio, con tanto affetto! <3

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  6. che tenerezza!
    si rimane senza parole davanti a tanta bellezza,
    grazie della splendida condivisione.

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  7. ....e vedrai quando ti sorriderà, allungherà le braccine verso di te e ti chiamerà teneramente mamma... buona rinascita!!! un abbraccio con tanto affetto :D

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  8. Ritrovo nelle tue parole tanto del mio percorso con la mia prima bimba...
    Stravolgimenti di vita davvero, ci si guarda indietro come se quella di prima fosse un'altra vita, senza rimpiangerla mai.
    Un abbraccio e goditi ogni attimo!

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  9. Bello rileggerti... e quanta Bellezza ci porti!
    Un enormissimo abbraccio a voi!
    Sissa

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  10. sto piangendo di gioia e di commozione, sei una donna meravigliosa e mi scoppia il cuore a leggere di questa bellissima esperienza che hai vissuto…e che continui a vivere ogni giorno! non posso che condividere ogni virgola di quello che hai scritto, mandarti un bacione immenso e la promessa che ci vedremo quest'estate per poter condividere insieme questa gioia infinità di essere una mamma! ti voglio bene Katy!!

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  11. Ciao Katy, da quando avevo letto della tua gravidanza non ero più passata di qui, pur pensando a te spessissimo. Auguro a te e alla tua bellissima bimba ogni felicità. :-)

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  12. Tu e Sveva siete sempre bellissime, in ogni foto!
    Sono venuta a rileggermi questo post perché tanta è l'impazienza di conoscere questo terzo nostro dono di vita che avevo voglia di riempirmi occhi e cuore con le parole di una neomamma...
    Baci

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