Che cosa ci fa innamorare di una ricetta? I suoi ingredienti, la sua storia, la sua origine, la forma che assume il piatto finito? Per me, indubbiamente, sono le emozioni che riesce a farmi scaturire. A volte mi basta guardare una foto, leggere il metodo di cottura, scorrere gli aromi usati, per immaginarmi perfettamente il quadro ideale di quella preparazione e perdermi con la mente in fantasie di posti lontani.
Luoghi che profumano di curcuma e zenzero, case in campagna con le piantine aromatiche in vasetti di terracotta, città francesi che sprigionano aromi di cioccolato e cannella da ogni vetrina, bistrot dove percepisci perfettamente il rumore scricchiolante del pane fresco che viene tagliato, vie di paese impregnate di odore di caminetti accesi e caldarroste sul fuoco, rifugi montani in cui senti le mani scaldarsi sopra al paiolo della polenta, abitazioni gourmand in cui si grattugia fava tonka e si diffonde il suo aroma mandorlato, case delle nonne in cui c’è sempre il profumo sfrigolante di un buon soffritto, quelle delle mamme dove la ciambella è appena stata sfornata, villette bianche sulla riva del mare che ti investono con l’odore impregnate di salsedine e limone spremuto, fredde lande verdi dove fa buio presto e ciò che più ti rinfranca l’animo è la cena calda che ti aspetta.
Luoghi che profumano di curcuma e zenzero, case in campagna con le piantine aromatiche in vasetti di terracotta, città francesi che sprigionano aromi di cioccolato e cannella da ogni vetrina, bistrot dove percepisci perfettamente il rumore scricchiolante del pane fresco che viene tagliato, vie di paese impregnate di odore di caminetti accesi e caldarroste sul fuoco, rifugi montani in cui senti le mani scaldarsi sopra al paiolo della polenta, abitazioni gourmand in cui si grattugia fava tonka e si diffonde il suo aroma mandorlato, case delle nonne in cui c’è sempre il profumo sfrigolante di un buon soffritto, quelle delle mamme dove la ciambella è appena stata sfornata, villette bianche sulla riva del mare che ti investono con l’odore impregnate di salsedine e limone spremuto, fredde lande verdi dove fa buio presto e ciò che più ti rinfranca l’animo è la cena calda che ti aspetta.
Amo la cucina anche per questo, perché mi permette di viaggiare rimanendo dove sono, immaginandomi situazioni e luoghi sconosciuti a cui tento di dare una personale familiarità. E’ così che mi approprio di alcune ricette di altri, le modifico, le faccio mie, cosicché diventino un nuovo pezzetto di me, qualcosa che possa condividere con altri, con le persone che amo, con gli amici, con voi.
E’ bastato sfogliare il libro di K. Q. Davies una sola volta per lasciarmi conquistare dal suo piatto d’infanzia; lei nata e cresciuta in Irlanda racconta di questa Sheperd’s Pie come il piatto base della cucina di sua madre. Il tempo di finire di leggere la preparazione ed ero già trasportata sull’isola di smeraldo, alcune modifiche per adattarla a me e il piatto era pronto.
Se si cerca on line la versione vegan di questo piatto si noterà che in tanti utilizzano le lenticchie e non credo sia un caso, perché trovo che si sposino proprio bene con gli aromi usati e le patate. Anche la nostra Alice nella sua splendida versione le ha usate e io non ho potuto che prendere spunto da lei per poi riallacciarmi alla ricetta di K. Q. Davies.
E’ bastato sfogliare il libro di K. Q. Davies una sola volta per lasciarmi conquistare dal suo piatto d’infanzia; lei nata e cresciuta in Irlanda racconta di questa Sheperd’s Pie come il piatto base della cucina di sua madre. Il tempo di finire di leggere la preparazione ed ero già trasportata sull’isola di smeraldo, alcune modifiche per adattarla a me e il piatto era pronto.
Se si cerca on line la versione vegan di questo piatto si noterà che in tanti utilizzano le lenticchie e non credo sia un caso, perché trovo che si sposino proprio bene con gli aromi usati e le patate. Anche la nostra Alice nella sua splendida versione le ha usate e io non ho potuto che prendere spunto da lei per poi riallacciarmi alla ricetta di K. Q. Davies.
Ingredienti per una pirofila da 1,5 litri:
200 gr lenticchie
50 gr granulare di soia
1 scalogno
2 spicchi d’aglio
1 cipolla
2 carote
mezzo bicchiere di vino rosso fermo
400 ml acqua
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
3 cucchiai di salsa di soia
3 cucchiai salsa barbecue
mezzo dado vegetale
3 rametti di timo sfogliati
sale, pepe, noce moscata, olio evo
Per la crosta di patate:
800 gr patate farinose gialle
circa 100-150 ml latte di soia al naturale
1 cucchiaio colmo di tahin
2 cucchiai lievito alimentare in scaglie
un pizzico di aglio in polvere
noce moscata, sale, pepe
Procedimento:
Dopo avere lavato e tenuto a mollo per circa un’ora le lenticchie, scoliamole e mettiamole in un pentolino assieme a dell'acqua fredda fino a 2 cm sopra il loro livello. Aggiungiamo lo sclogno tagliato a rondelle e uno spicchio d’aglio sminuzzato, chiudiamo col coperchio e poniamo su fuoco basso. Dal momento dell’ebollizione facciamo cuocere per circa 30 minuti, finché l’acqua non è stata quasi totalmente assorbita.
Tritiamo finemente la cipolla e la carota, mettiamole in un’ampia padella con 2 cucchiai di olio e un pizzico di sale, facciamo soffriggere dolcemente per 5 minuti, poi aggiungiamovi l’altro spicchio d’aglio tritato. Continuiamo la cottura per altri 5 minuti poi aggiungiamovi il granulare di soia, mescoliamo, alziamo la fiamma e sfumiamo con il vino.
Quando è del tutto evaporato versiamovi i 400 ml d’acqua, il concentrato, la salsa di soia, la salsa barbecue, il mezzo dado sbriciolato, le foglie di timo, una generosa dose di noce moscata e di pepe. Facciamo cuocere scoperto e quando il liquido è stato quasi totalmente assorbito aggiungiamovi le lenticchie ormai cotte (con anche il loro scalogno e aglio di cottura). Mescoliamo e proseguiamo la cottura per 5 minuti. Assaggiamo e, nel caso, saliamo.
Versiamo il contenuto in una pirofila da forno da 1,5 litri e adagiamovi sopra la copertura di patate, spalmandola col dorso di un cucchiaio. Completiamo con una spolverata di pepe, una di lievito alimentare e un filo d’olio. Inforniamo a 180° per 30-35 minuti, finché non si forma una crosta dorata in superficie.
Procedimento per la crosta di patate:
Sbucciamo e tagliamo a pezzi le patate, mettiamole in una pentola con abbondante acqua salata e facciamole bollire finché non sono morbidissime. Scoliamole e sopra ad una ciotola riduciamole in purea con lo schiacciapatate.
Aggiungiamo il latte un po’ per volta mescolando e amalgamandolo alle patate, fino ad ottenere un composto liscio ma sodo. Uniamovi il tahin, il lievito, l’aglio in polvere, del pepe e della noce moscata, rimestiamo e conserviamo il purè fino al momento di utilizzarlo.
Un abbraccio e a presto!
Un abbraccio e a presto!
che meraviglia, Katy! anzi, sicuramente più accattivante la tua versione che non quella di Katie Q. Davies ^_^ Io il libro ce l'ho in inglese, ma devo rispolverarlo per bene, dato che l'ho lasciato un po' da parte. Brava come sempre
RispondiEliminaGrazie Fra!
EliminaSì, rispolveralo! Secondo me ci sono tanti spunti interessanti :-)
l'irlanda...uno dei posti che mi sono rimsati nel cuore per i colori, il paesaggio, il vento, la musica e le persone così calde e cordiali.buonissima la versione vegan della pie e naturalmente molto più salutare.
RispondiEliminaIo sono stata tantissimi anni fa a Dublino, ma mi piacerebbe tornarci e visitarla un po’ tutta in macchina… chissà, magari prima o poi lo farò :-)
EliminaGrazie Vale!
Sfiziosissima!!!
RispondiEliminaMeraviglioso e gustosissimo piatto! Complimenti!
RispondiEliminaMa che poesia, oggi Katy *.* io non vorrei mai perderla, se l'avessi, questa sensibilità..guarda che non hai un dono da poco, eh? :)
RispondiEliminaTutte le tue ricette mi piacciono, ma quella di oggi ha suscitato qualcosa di particolare anche in me, e penso proprio che ci siano buonissime possibilità che la provi, a breve.
Un abbraccio, e bravissima :)
Wow, sei stata bravissima!!!!
RispondiEliminaChe bellezza!Un piatto ottimo e nutriente!
RispondiEliminaBuona giornata,carissima!
Ho tutto!!!! Trovo questo piatto e il tuo 'viaggio' veramente avvincenti. Bravissima e grazie per l'emozione che ci hai regalato.
RispondiEliminaChe bellissimo post!
RispondiEliminaEcco, se non fosse che ho sbagliato a cliccare e non ho finito di scrivere.
RispondiEliminaQuesta versione della Sheperd's Pie mi ha sempre incuriosita. Adoro le lenticchie, non ho nessuna scusa per non provarla! Me la metto in programma per un pranzo :) Non sai quanti giri mentali come i tuoi mi faccio pure io! Ormai non so piú dove mettere i vasetti di aromi e spezie. Ogni giorno sono in un paese diverso.
Non sapevo avessero tradotto il libro della Davies in Italiano. Mi ispira parecchio e mi piacerebbe prenderlo, a un certo punto. Come ti é sembrato? Se non altro, vale la pena averlo per le foto.
Marina della Drogheria mi ha detto che sei passata! Spero tu abbia trovato un po' di belle cose.
Grazie per questa ricetta! :)
Ciao Valentina!
EliminaSì, alla fine basta veramente poco per viaggiare… qualche vasetto di spezie e via! :)
Il libro della Davies a me piace tantissimo: foto, grafica, tipo di carta usata, copertina e anche le ricette. Certo, sono di un’irlandese trapiantata in Australia, quindi ben lontane da quello che per noi è “cucina”, ma ci sono spunti interessanti (tranne le sue versioni di pizza, di cui una è con yogurt e agnello :O ). Uso massivo di carne e uova (assurdo anche per chi ne mangia), ma basta reinventare un po’ i piatti.
Guarda, grazie mille per avere condiviso quella chicca di negozio! L’ho scritto anche su FB e altre persone di Rimini ci andranno a breve, perché è troppo bello! Io ho preso la fava tonka, il pan d’epices e lo zafferano del Montefeltro. Conto di tornare a breve per prendere qualcos’altro :-)
Un abbraccio!
Un piatto che non ho mai mangiato, ma che mi ha sempre incuriosito...ancora nella lunga lista delle cose da provare :) La tua versione sembra proprio buonissima, molto meglio dell'originale ;) Complimenti!
RispondiEliminaAlice
Grazie a tutte!!! :*
RispondiEliminaCi lega un filo... abbiamo toccato lidi e temi comuni...
RispondiEliminaScelgo anche io in base alle emozioni, sono sempre in prima linea, unite alla curiosità che dà il via a tutto... secondo me le persone curiose sanno godersi meglio il cibo... e amano viaggiare, grazie a sapori e odori conosciuti ma anche no, lavorando di immaginazione... questo piatto ad esempio per me è una vera novità e vedere quel letto di lenticchie oltre lo strato croccante di patate mi ha colpito... vorrei subito assaggiare... :-)