Di rado tendo ad esternare su questo blog pensieri tristi o arrabbiati, a volte dietro le mie parole si cela un velo di malinconia, ma penso che sia un sentimento diverso rispetto agli agli altri due, qualcosa che fa talmente parte di me da non poterlo proprio nascondere.
Ciò non vuol dire che io non sia mai triste o piena di rabbia e rancore, anche se è vero che cerco sempre di mettere queste sensazioni in un angolino della mia anima, aspettando che si plachino da sole e cercando di vedere il buono e il bello che mi è attorno. Penso che questo sia un traguardo che ho raggiunto negli ultimi anni, qualcosa che mi rende particolarmente fiera di me, perché ho capito come la vita sia troppo breve per perdere tempo con le sensazioni che ci abbattono e ci fanno stare male. Preferisco impiegare le mie energie in qualcosa di costruttivo, anche solo per il mio umore, evitando di logorarmi per quello che non posso davvero cambiare.
Qual è il lato positivo di vedere sempre e solo il lato peggiore delle cose? Dov’è il guadagno personale nel non riuscire a cogliere quel pochissimo di buono che c’è? A sorridere per qualcosa con leggerezza, senza dovere andare a cogliere ogni volta il male infimo che si cela dietro ad ogni azione? Perché forse non tutti lo sanno, ma la leggerezza non è superficialità. Si può essere dannatamente pesanti e al contempo leggeri, arrivando a capire come poi, in fondo, il giudizio di ognuno di noi sia cosa di poco conto.
Sono dunque così vertiginosamente vicini il dramma più eccelso e quello più infimo?
Vertiginosamnete vicini? La vicinanza può dare vertigine?
Sì, può darla. Quando il polo Nord si avvicinerà al polo Sud fin quasi a toccarlo, il globo terrestre scomparirà e l’uomo si troverà in un vuoto che gli farà girare la testa e lo farà cedere alla seduzione di cadere.
Se la dannazione e il privilegio sono la stessa identica cosa, se non esiste differenza tra il sublime e l’infimo, se il figlio di Dio può essere giudicato per della merda, l’esistenza umana perde le sue dimensioni e diventa insostenibilmente leggera.
M. Kundera
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Alcune precisazioni sulla ricetta: per fare le tortillas di mais è indispensabile un tipo di farina particolare, chiamata masa harina, proveniente dalla macinazione finissima del mais bianco e precedentemente cotta. Io l’ho comprata a Londra, altrimenti si può reperire on line. Oppure, più facilmente, si trovano anche al supermercato delle tortillas totalmente vegetali già pronte.
Stendere l’impasto non è semplicissimo, perché essendo privo di glutine tende a spezzarsi, infatti la tradizione vuole che per creare le tortillas si usi un’apposita pressa. Non disponendone io ho usato il matterello, rendendole ovviamente imprecise lungo i bordi. Il sapore non ne risente, la vista un po’ sì, ma penso si possa soprassedere ;-)
Per la ricetta e il procedimento io ho seguito fedelmente lei, raddoppiando solo le quantità.
Ingredienti per 6 tortillas da 20 cm di diametro:
340 gr masa harina
540 ml acqua
1 cucchiaino pieno di sale fino
Per il ripieno:
70 gr riso crudo a chicco lungo
1 cipolla, sbucciata e tritata
1 spicchio d’aglio, sbucciato e tritato
1 cucchiaino di chili in polvere
mezzo cucchiaino di cumino in polvere
250 gr fagioli red kidney, cotti e scolati
1 cucchiaino paprika affumicata
130 gr mais al naturale, sgocciolato
spinaci freschi crudi, tagliati
avocado in fette
Per la salsa allo yogurt:
120 gr yogurt di soia al naturale
1-2 cucchiai succo di limone filtrato
sale
coriandolo tritato
Procedimento:
Sciogliamo il sale nell’acqua, versiamo la farina a fontana in una ciotola e versiamovi lentamente l’acqua, iniziando ad amalgamare con una forchetta. Impastiamo poi con le mani, fino ad ottenere un panetto liscio e morbido. Potrebbe servirci poca acqua in più o in meno, quindi dosiamola lentamente e impastiamo di volta in volta. Copriamo l’impasto con la pellicola trasparente e facciamolo riposare a temperatura ambiente per almeno 30 minuti.
Intanto laviamo il riso sotto acqua corrente, mettiamolo in un pentolino con il doppio del suo volume di acqua e un pizzico di sale, poniamo su fuoco basso con il coperchio e cuociamo fino a totale assorbimento dell’acqua, poi sgraniamolo con una forchetta.
Mentre il riso cuoce mettiamo la cipolla in un’ampia padella con 2 cucchiai d’olio, il chili, il cumino e il sale. Facciamo cuocere a fiamma moderata per cinque di minuti, mescolando spesso, aggiungiamo l’aglio e proseguiamo per altri cinque minuti. Versiamovi i fagioli e facciamo insaporire per qualche minuto. Spegniamo, versiamo la paprika affumicata precedentemente sciolta in un cucchiaio d’olio, mescoliamo e riserviamo.
Riprendiamo l’impasto delle tortillas, dividiamolo in sei panetti uguali e, se non disponiamo dell’apposita pressa, posizioniamone una alla volta tra due fogli di carta forno. Iniziamo a dargli una forma circolare dapprima spingendo con le mani e poi con l’aiuto di un matterello, fino a dargli lo spessore di 4-5 mm. L’impasto è molto delicato, quindi non togliamo la tortilla dal foglio di carta forno su cui poggia, ma rovesciamola direttamente sulla padella calda per cuocerla, sollevando delicatamente la carta che la riveste.
Ogni tortilla deve cuocere circa 1 minuto per lato, a fiamma media.
Farciamo ognuna con spinaci, riso, mais, fagioli, avocado e salsa allo yogurt. Arrotoliamo delicatamente e serviamo.
Per la salsa allo yogurt:
Mescoliamo tutti gli ingredienti, assaggiando per dosare l’acidità e la sapidità. Se dovesse avanzare si conserva in un contenitore ermetico in frigorifero per 2-3 giorni.
Un abbraccio e buona settimana.
Katy...di persone cattive, invidiose, è pieno il mondo. Tu cerca di essere sempre allegra, positiva, leggera (io la leggerezza la cerco disperatamente) e non badare a loro. Quanto alle tortillas, io VOGLIo ^_^ sapere dove hai trovato la farina, dato che a maggio torno a Londr^_^ Un bacione
RispondiEliminaGrazie Fra :*
EliminaLa farina l’ho presa da Whole Food a Piccadully Circus… il paradiso dei veg* *_* Devi assolutamente andarci :D
conosco, conosco :)))) La volta scorsa ho temuto un attacco cardiaco appena entrata :))))
EliminaTu forse non lo sapevi, mentre scrivevi, che queste parole avrebbero dato un sostegno e avrebbero trovato un cuore fertile in cui germogliare. Grazie per averlo fatto, grazie per aver esternato tutto questo. Grazie perché dimostri che esistano ancora persone che sappiano accorgersi dei valori preziosi della vita.
RispondiEliminaE poi.... grazie per questo piatto. Sei magica!!
Troppo gentile Erica, grazie mille.
EliminaUn abbraccio :-)
Io adoro i tuoi piatti!!! Sono sempre uno più bello dell'altro e uno più buono dell'altro. Complimentissimi!
RispondiEliminaGrazie Michi ;-)
Eliminasei bravissima!!! sono una festa di colore con i chicchi gialli del mais e il verde dell'avocado che adoro che figurati se io mi sarei accorta dei bordi frastagliati se tu non l'avessi scritto!! peccato per la reperibilità difficoltosa della farina :P !!!
RispondiEliminaGrazie :D
EliminaEh sì, un peccato che da noi questa farina sia difficile da trovare :/
Katiuscia, vedo un filo tra queste parole e quelle che ho pensato/scritto due post fa... e ti dico solo che ieri ho appuntato su un file dei pensieri sulla mia indole malinconica, magari non vedranno mai la luce online, chissà, intanto li ho appoggiati sul foglio bianco... poi ricordo le conversazioni piacevoli che facciamo ogni tanto in chat e sento che abbiamo dei caratteri affini che non amano competizione, durezza, aggressività, negatività... la leggerezza può permettersela solo chi ha animo pe(n)sante, chi attraversa le cose, chi ci entra dentro, chi conosce la sostanza, lo spessore, la consistenza delle sensazioni, dei rapporti, delle emozioni... chi la scambia per superficialità non possiede la sensibilità che le persone speciali, secondo me, hanno... viviamo in un mondo matto e storto, mi dissocio da tanti eventi e aimè, anche da tante donne... mi unisco solo a chi sento vicino, a chi sa capirmi, a chi non sfiora mai tutti gli atteggiamenti di cui hai parlato qui... e se citi Kundera, sei forte e ancora più in gamba di ciò che credevo... :-)
RispondiEliminaPassando alla ricetta, devi sapere che ogni tanto ci concediamo con gusto cenette messicane, Teo le adora! Avevo letto una ricetta di tortillas fatte con farina di mais (che si trova facilmente), mi aveva incuriosito e la tua bella foto mi ha fatto tornare una voglia immediata! E' talento, sai far venir fame in un attimo! ;-)
(a me piacciono anche i fagioli neri uniti alla paprica e allo yogurt!)
Grazie Fra per le tue belle parole… anche io spesso noto un filo che ci unisce, sarà il nostro animo malinconico ma comunque leggero? :-)
EliminaUn abbraccio forte
Mi ritrovo molto nelle tue parole, nell'ultimo periodo sto vivendo proprio così, nonostante la vita non stia andando come mi immaginavo o come vorrei, io cerco comunque di vedere il lato positivo delle piccole cose ma purtroppo sono accerchiata da persone che invece si comportano diversamente e mi rendono il "lavoro" ancora più difficile. Ma sono sicura che prima o poi tutto torna!!
RispondiEliminaVenendo alle tue tortilla, sono un capolavoro e la foto è meravigliosa!! Un abbraccio
Stringi i denti Chiara e vai avanti vedendo sempre quel -poco- di buono che c’è, non sarà molto, ma male non può fare :-)
EliminaBaci
Nella vita vedere sempre il lato positivo e non prendere tutto troppo seriamente ci aiuta a superare gli ostacoli e ad andare avanti,non ti far demoralizzare mai da nessuno.Le tue tortillas sono uno spettacolo baci
RispondiEliminaGrazie ;-)
EliminaAnch'io ho fatto delle leggerezza una regola, tacita, naturale e non scelta, ma anche una protezione. Quello di cui parli tu è un traguardo,a cui molti non arriveranno mai perchè lamentarsi e essere arrabbiati è molto più facile e immediato che cercare di capire, soffermarsi sulle cose, conoscersi e conoscere, e ostacolare la strada alle persone che hanno imboccato la via giusta può diventare un motivo per distogliere lo sguardo da quel che non va bene nella propria vita e concentrarsi su cosa di sbagliato c'è in quella negli altri. Non credo valga la pena circondarsi di persone così, ma sono sicura che tu lo sappia e che già lo stai facendo. Chi ha scelto di starti vicino non può che volere solo il bene per te. Persone che sanno apprezzare la bellezza che traspare da queste tortillas irregolari e imperfette, ma fatte con amore per amore.
RispondiEliminaLa cosa bella è che, mentre qualcuno sta a logorarsi l'animo perchè non può avere tutto, noi siamo felici con una tortilla così. Ti pare poco?
un abbraccio
Hai proprio ragione Lucre, non mi pare poco per niente :D
EliminaBacioni
Condivido tutto quello che hai scritto, apprezzo moltissimo le bellissime parole di Kundera...e le tortillas sono spettacolari, il ripieno è così bello e vivace che quasi non fa notare l'imprecisione della forma...e poi è la sostanza che conta e qui non manca di certo ;) Un bacione :*
RispondiEliminaKaty personalmente ho fatto pulizia da poco. Intendo mi sono ripulita dalle persone che non mi facevano bene, che malignavano e che mi hanno ferita in modo malvagio. Ecco ci ho messo un po' a liberarmene (un anno circa) ma ci sono riuscita.
RispondiEliminaCiò che non ci fa stare bene va allontanato, è una questione di sicurezza personale ;)
Oggi al di là della ricetta a colpirmi è la foto, un incanto di colori ben modulati...brava che sei! Un abbraccio enorme
Katy, ho trovato la farina a Milano e le ho fatte!!! Un po' frastagliate ma deliziose!!! Effettivamente ci vorrebbe la pressa. Pensa che l'ho vista a novembre in diversi negozi del New Mexico ma, a parte il costo (sui 30$), era pesantissima e poi mai avrei pensato che mi sarei incuriosita a vedere la tua ricetta e che l'avrei provata!!! Accidenti, dovevi pubblicarla prima della mia partenza!!! :-)
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