sabato 17 dicembre 2011

Cappelletti in brodo romagnoli


Beh, da buona romagnola non potevo non postare i cappelletti in brodo in versione vegan. Questo, da che ho memoria, è il primo piatto che ogni Natale si serve a casa mia.
Quando ho fatto la mia scelta alimentare, la migliore della mia vita, inizialmente ho avuto un po' di paura: temevo che, in qualche modo, mi avrebbe isolata dai miei affetti, che in questa maniera mi sarei irrimediabilmente allontanata da tutte quelle tradizioni che non volevo assolutamente più portare avanti, ma che sapevo mi avevano plasmata. Cose semplici che facevano parte di me, temevo potessero sparire per sempre. Credevo che la scelta vegan, che prima di informarmi realmente consideravo qualcosa di estremistico e non necessario, mi avrebbe irrimediabilmente cambiata. Beh, per mia fortuna, mi sbagliavo...o almeno in parte.
Essere vegan mi ha aperto gli occhi su tante di quelle cose che, per forza di cose, non sono più la persona di prima, ma più che un cambiamento lo considero una crescita. Vedere le cose con occhi diversi, ma non occhi annebbiati, ma solo finalmente aperti, mi ha fatto ridimensionare tantissime abitudini che avevo e ha messo in discussione buona parte del mio mondo precedente. 

Non mi ha però mai strattonata via violentemente dalle mie radici, né lo farà mai. Non mangerò mai più carne, né derivati animali, ma le tradizioni che ho nel cuore posso portarle comunque avanti. Non ho vergogna, né mi sento in colpa nel dire che i cappelletti fatti dalla mia mamma (onnivori, ovviamente) sono uno dei ricordi più dolci che ho di lei e che me lo porterò sempre nel cuore. Questo che viene sarà il secondo Natale che non li mangerò, ma non ho rimorsi né tristezza. 
La scelta vegan mi ha cambiata, ma sento che lo ha fatto in meglio. Ho messo da parte quelle sfaccettature di me che, a conti fatti, non volevo più che mi contraddistinguessero... è stata una mia volontà, non una conseguenza. Ciò che però continuo a ritenere importante, lo porto e lo porterò sempre nel cuore. Come i cappelletti in brodo: questa è la versione vegan ma, nonostante ciò, in loro c'è comunque il ricordo e la presenza di mia madre.
Ciò che conta davvero, ha radici così profonde che non si possono estirpare.

Ingredienti per la sfoglia per 3-4 persone:
400 gr semola di grano duro
2 cucchiai olio evo
acqua bollente q.b.
pizzico di curcuma

Ingredienti per il ripieno:
260 gr ricotta vegan
100 gr granulare di soia
una carota
una piccola cipolla
2 cucchiai lievito alimentare in scaglie
2 cucchiaini amido di mais
sale, pepe, noce moscata

Procedimento per la sfoglia:
Su un tagliere formare una fontana col buco al centro con le farine e la curcuma. Aggiungere l'olio e poca acqua, iniziare a mescolare il centro con l'aiuto di una forchetta, pian piano aggiungere acqua bollente e iniziare ad impastare con le mani (l'acqua brucia, ma viene un'ottima sfoglia così) e aggiungerne fino ad ottenere un composto liscio e morbido.
Infarinare la spianatoia e da brava azdora romagnola iniziare a tirare la sfoglia con l'aiuto di un matterello. Ognuno ha il suo metodo, essendo una cosa difficile da spiegare credo che un video possa essere utile: QUI come si tira la sfoglia a mano col matterello ;-)

Procedimento per il ripieno:
Prima di tutto, il giorno precedente bisogna fare la ricotta partendo da un litro di soia al naturale (gli ingredienti devono essere solo acqua e semi di soia. Niente sale, zucchero, vitamine o altro).
Per il procedimento ringrazio immensamente Anto di Veganblog e rimando direttamente al link, da che ha postato la ricetta la ricotta veg è spessissimo sulla mia tavola. Veramente a prova di onnivoro :-)
Questa è la mia bellissima ricotta :-) 


Per il ripieno facciamo rinvenire il tritatino di soia nel brodo vegetale per 10 minti. Scoliamolo e strizziamolo molto bene. In una padella mettiamo un po' d'olio evo con una carota e una piccola cipolla triturate finemente, facciamo andare a fuoco medio finché non si ammorbidiscono. Aggiungiamo il tritatino di soia e facciamo cucinare per qualche minuto, aggiungiamo sale e pepe e sfumiamo poi con del vino bianco.
Mettiamo il composto in una ciotola e facciamo raffreddare. A questo punto aggiungiamo la ricotta, il lievito, l'amido di mais e la noce moscata.
Mescoliamo tutto insieme.

Ora calcoliamo la metà esatta della sfoglia e da questa linea immaginaria iniziamo a mettere piccole porzioni di impasto equidistanti tra loro. Quando avremo finito, chiudiamo la superficie con l'altra metà della sfoglia.
Passiamo un dito lungo gli spazi fra le piccole porzioni di ripieno, in modo da togliere l'aria dentro.
Usiamo l'apposito stampino e creiamo i nostri cappelletti.
Mettiamo a bollire del brodo vegetale, caliamo i cappelletti e da che riprende il bollore facciamo cuocere per 1-2 minuti. Serviamo caldissimi.


E chi direbbe mai che sono totalmente vegetali?

Questo sarà il primo piatto che servirò a Natale. Ovviamente ne ho fatti in abbondanza e messi in congelatore.
Il sapore è davvero sorprendente, nulla da invidiare agli originali... e così la tradizione continua :-)
Un abbraccio e buon sabato.

Edit 09/12/2012 Con questa ricetta così natalizia partecipo alla raccolta Il Menù delle Feste 100% vegetale di La Cucina della Capra; una splendida iniziativa per dare visibilità alle ricette prive di qualsiasi ingrediente animale, perché anche i pasti più importanti delle feste siano senza crudeltà. Mangiare vegetale è buono, sano e non è rinunciare alle nostre tradizioni :-)








9 commenti:

  1. brava Katy, il tuo post così dolce e nostalgico mi ha toccato il cuore. Ti ringrazio e ti ammiro per la tua scelta e per la semplicità e la passione con la quale la porti avanti. Non credo che ci sia motivo di vergognarsi di ciò che si è stati, la consapevolezza è una cosa che cresce pian piano, e non tutti sono capaci di farla affiorare.
    Mi sono ritrovata molto nelle tue parole e nei tuoi pensieri. Spero che con dei cappelletti così, fatti con una ricotta così bella che può solo insegnare qualcosa alle ricotte piene di sofferenza, la tradizione si rinnoverà senza per questo spezzare la magia e il calore che una festa come il Natale può portare con sé.
    un abbraccio,cara.

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  2. Katy le tue parole sono quelle di una persona che con orgoglio e zero boria porta avanti una consapevolezza raggiunta con la semplicità e sincerità degli occhi di un bambino, non ancora vittima delle bugie di questa società. A te si è aperto un cassetto del cuore in un momento preciso della tua vita da adulta, e da quel momento il tuo sguardo è diventato uno dei più sinceri che ci possa essere.
    Vorrei tanto che esistessero degli occhiali per regalare la tua, la nostra, visione del rispetto della vita a tutti quanti.
    Un abbraccio sincero a tutte

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  3. Bellissimi!
    son d'accordo con te, non dobbiamo rinnegare il nostro passato, fa parte di noi e ci ha fatto evolvere, ma tu lo hai saputo dire meglio di me :-)

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  4. Come vorrei essere alla tua tavola!!!
    Condivido in pieno quello che dici sull'essere vegan.
    Per me essere vegan è aver trovato, non aver perduto e mi ritengo più fortunata di chi questo percorso non l'ha compiuto o lo compie a metà.
    O si è etici o non si può esserlo parzialmente.
    Un abbraccio!!

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  5. Oh my, that looks excellent! (I'd be willing to learn Italian just so I can make your recipes!)

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  6. Hi Lisa! Thanks! :-) The stuffing is really simple to make: vegan ricotta (or a similar veg cheese) and dried soy (it's cooked in the broth and then in a pan with olive virgin oil, carrot and a little onion) :-)

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  7. Bellissimo post che mi ha toccato davvero e mi sta facendo riflettere su una scelta che vorrei e sto cercando giorno per giorno di fare. Mi ha toccato da vicino perchè la mia paura è proprio quella di allontarmi dagli affetti familiari, così legati alla convivialità creata dalla cucina tradizionale di mia madre...farò tesoro delle tue parole per il futuro. Grazie :)

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  8. Grazie Celeste :-)
    Non avere paura, quando sarà il momento tutto avverrà naturalmente :-)
    Un abbraccio

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