E laurea fu!

Ebbene sì, ieri 29 marzo 2012 si è definitivamente concluso il mio percorso all'Alma Mater di Bologna!
Come mi sento oggi? Sicuramente più leggera e soddisfatta. Una tesi di magistrale è sempre importante, ma questa per me significa davvero molto perché è un argomento in cui credo.
Il mio lavoro di questi ultimi 10 mesi, il cui scopo è stato quello di ricreare la genealogia del movimento vegetariano nell'età moderna, tentando di cogliere le sue implicazioni all'interno dei diversi avvenimenti storico-scientifici. Sono partita dalle guerre di religione seicentesche, per poi passare alla Rivoluzione scientifica, al colonialismo, la lotta all'autorità secolare e religiosa, arrivando al Romanticismo e alla nascita della Vegetarian Society.
Un lavoro non semplice -perché è un argomento quasi pressoché inesplorato dal punto di vista storiografico e quindi ho dovuto lavorare per lo più su fonti dirette del Seicento e del Settecento in inglese-, ma che mi ha dato enorme soddisfazione. Ogni volta che mi trovavo in difficoltà, mi ripetevo che ero fin troppo fortunata a potere fare una ricerca su un argomento che mi interessava così da vicino e che non era già stato sviluppato più e più volte da un numero infinito di precedenti.
Ieri davanti ad una commissione di otto professori e con dietro la mia famiglia, ho esposto il mio lavoro: emozionata, frastornata, stanca, agitata...ma ce l'ho fatta. 110 e lode.

Ti saluto cara e cangiante Bologna, città dai mille volti. Con le tue torri e i tuoi portici, i tetti tutti rossi, la sporcizia per le strade, i negozi più impensabili, i fruttivendoli aperti anche all'una di notte, i personaggi famosi seduti nei bar, Piazza Santo Stefano che a certe ore del giorno è bella da commuovere, Via del Cestello che mi ha accolta neanche ventenne, Via Marsala che mi ha salutata cinque anni dopo, San Giovanni in Monte e tutti quegli storici così noiosi, le camminate fino a San Luca che mi hanno consumato le suole delle scarpe, il forno a Porta San Felice, i Giardini Margherita in cui si fingeva di andare a studiare per poi godersi il sole, l'immensità di Piazza Maggiore, l'incanto dei vicoli intorno a Via delle Clavature, Via Zamboni 38 e lo spirito di rivolta che mai si assopirà, i punkabbestia figli di papà, il gelato di Castiglione, le biblioteche ovunque, il Porto bevuto in Via del Pretello, i cinema ancora in centro, le confessioni, le risate.
Sono arrivata da te con il cuore infranto e mille speranze, un po' mi avrai anche delusa, ma, come dice il mio amico di confine, bisogna cogliere quel che di buono c'è stato. E qualcosa, forse anche tanto, c'è stato.
Ciao Bologna.
Ora si riparte.